viaggio in grecia

Un'avventura in camper tra Lefkada e Corfù

Il desiderio di esplorare nuovi luoghi, respirare l'aria salmastra del mare e godere della libertà offerta da un viaggio in camper è un sogno che molte persone coltivano. 

Questo è stato il nostro primo viaggio all’estero con il nostro Roger. Infatti dall’arrivo di Roger, fino a Pasqua 2022, ci eravamo limitati ad esplorare da nord a sud il nostro magnifico Paese, anche a causa delle restrizioni dovute al covid. Questa volta però ci eravamo decisi ad attraversare il mar Adriatico ed esplorare un Paese sconosciuto ad entrambi: la Grecia. 

Tutto è iniziato qualche mese prima, con la prenotazione del traghetto e della preparazione dei documenti per le nostre belve.

Preparazione al viaggio

La compagnia di traghetti prescelta è stata la Superfast, con prezzi concorrenziali rispetto ad altre, per la tratta Bari-Igoumenitsa. Inoltre, contrariamente ad altre, consentiva l’opzione “camping on board”, ovvero offriva la possibilità di pernottare in un'area adibita allo scopo, dormendo in camper, invece di pagare il supplemento (salato) di una cabina.

Il periodo da noi prescelto è stato aprile 2022, durante le festività Pasquali, un periodo a nostro parere perfetto per visitare il paese ellenico, se l’obiettivo del viaggio non è rosolarsi al sole in una qualche spiaggia paradisiaca.

Per venire incontro alle esigenze dei nostri amici pelosi infatti, tendiamo a progettare i nostri viaggi tenendo particolarmente conto delle condizioni climatiche: durante l’estate prediligiamo mete fresche come la montagna e d’inverno zone più temperate, come i luoghi di mare.

Metà aprile ci sembrò dunque il periodo perfetto per avventurarsi alla scoperta delle isole greche.

Camping on Board

Tutto dunque era pronto, il 13 aprile, terminata la giornata lavorativa, siamo partiti alla volta di Bari, verso l’imbarco traghetti. 

Tutto pareva procedere per il meglio: non avevamo incontrato traffico durante il percorso, la nave era in orario e noi e le nostre cucciole eravamo pronti a imbarcarci, quando l’impiegato al controllo dei biglietti ci da una brutta notizia: i nostri biglietti non erano validi per il “camping on board”. Scopriamo infatti che per usufruire di quel servizio era necessario effettuare un passaggio in più durante la prenotazione, passaggio effettivamente non menzionato sul sito dell’agenzia dove avevamo effettuato la prenotazione dei biglietti. Proviamo a effettuare un upgrade, ma l’incaricato all’imbarco è perentorio oltre che parecchio arrogante: se fossimo tornati indietro alla biglietteria ci avrebbero lasciati a terra. Decidiamo dunque di ingoiare il rospo e dopo aver elegantemente mandato a quel paese il tizio ci imbarchiamo.

Il viaggio si prospetta dei non più rosei: di passare la notte sul ponte della nave non se ne parlava proprio, il vento era gelido! Ma stando al regolamento della nave, gli animali non possono accedere alle aree coperte della nave, se non chiusi nel trasportino… Per Ginny il problema non si presentava, con il nostro comodissimo zaino/trasportino appena acquistato, il suo viaggio si sarebbe svolto nel confort più totale. Il dubbio restava per Sila, ma, dopo qualche tentennamento, abbiamo deciso di provare ad entrare e lei, bravissima, si è subito accucciata sotto una sedia a dormire. Sarà stata la sua indole tranquillissima o il fatto che è talmente brava da non dar fastidio, che nessuno è venuto a dirci nulla. 

La notte scorre un po’ movimentata, il mare è un po’ agitato ed effettivamente le poltroncine della zona bar non sono comodissime per dormire, ma in qualche modo superiamo la notte. Attracchiamo a Igoumenitsa che è ancora buio pesto. Usciamo dal porto come degli automi dopo la notte quasi in bianco. Dopo aver fatto pochi metri e aver trovato un parcheggio per camion, ci fermiamo e ci concediamo qualche ora di meritato riposo.

Lefkada

Qualche ora dopo, un po’ rigenerati, ci concediamo un’abbondante colazione in un baretto di fronte al parcheggio dove avevamo sostato, che ci da la carica giusta per rimetterci in viaggio, direzione Lefkada.

I paesaggi incontrati lungo il percorso sono davvero meravigliosi. La strada infatti costeggia le spiagge per la quasi totalità del tragitto, concedendo una vista mozzafiato a strapiombo sul mare sottostante.

Il tragitto non è troppo lungo e, all’arrivo a Lefkada, la temperatura è abbastanza alta, ma questo non ci impedisce di fare un tour della città in compagnia delle nostre belve.

La capitale dell’isola è interessante, turistica certamente, ma ricca di vicoletti, ristorantini e particolarità da vedere.

La parte più interessante è sicuramente quella del lungomare e del porto. Nel pomeriggio infatti ci concediamo una passeggiata sul litorale dove purtroppo incontriamo una tartaruga gigante morta. Pensandola inizialmente priva di sensi e spiaggiata abbiamo tentato di riportarla in acqua, per poi renderci conto che in realtà il povero animale era deceduto probabilmente da pochissimo. Senza successo proviamo a contattare i numeri indicati per il recupero delle carcasse, inviamo infine una email con foto e coordinate geografiche al centro greco di recupero delle tartarughe marine, e non potendo fare altro proseguiamo il nostro percorso, con un po di amaro in bocca.

La zona portuale ci regala una vista spettacolare su di un meraviglioso tramonto e ad una certa ora decidiamo di cercare un posticino dove cenare con qualcosa di tipico. Troviamo una trattoria a conduzione familiare, dove assaggiamo dei piatti davvero deliziosi, dagli antipasti a base di melanzane e feta, alle salsicce che scopriamo essere tipiche di Lefkada, fino alla torta offerta dai proprietari. Pieni e stanchi, torniamo dal nostro Roger dove ci attende un meritato riposo dopo le grandi camminate della giornata.

La mattina dopo ci svegliamo nel parcheggio della giornata precedente, quasi direttamente sulla spiaggia. Il mare è tremendamente invitante e Silotta ne approfitta per correre come una matta avanti e indietro per tutta la spiaggia. 

Carichi e sotto un tiepido sole ci rimettiamo in marcia. La nostra destinazione è la spiaggia di Porto Katsiki, ma lungo la strada ci imbattiamo in qualcosa di interessante: il Monastero di Faneromeni, ubicato a pochi chilometri della città, si erge dove un tempo si trovava il tempio dedicato alla dea Artemide. Nel corso dei secoli fu ampliato, decorato, rinnovato, vittima di incendi, saccheggi e infine fu ricostruito del 1887. Attualmente ospita una chiesa ortodossa, un museo e uno zoo. 

Durante la nostra visita abbiamo assistito a parte di una funzione e la solennità che si avvertiva era così profonda da far cadere in un silenzio sacro e rispettoso, anche la scolaresca che stava visitando il monastero.

La nostra visita non è stata molto lunga dato che avevamo dei piani precisi per la giornata, ma raccomandiamo vivamente di dedicargli un po’ di tempo perchè ne vale la pena!

Ripreso il cammino giungiamo finalmente a Porto Katsiki, considerata una delle spiagge più belle della Grecia. La spiaggia è addossata ad una montagna e l’accesso è solamente tramite dei ripidi gradini scavati nella roccia. Lo spettacolo vale la fatica di averla raggiunta, soprattutto per averla tutta per noi. Il periodo infatti la rende praticamente deserta e l’acqua cristallina ci tenta, tanto che osiamo addirittura entrare in acqua. Sila e Ginny riposano al caldo sole, e in quel momento la vita sembra non possa andare meglio di così.

Dopo esseci rigenerati cominciamo la scalata di quei ripidi gradini, e un po’ senza fiato raggiungiamo la cima, ma abbiamo ancora tante energie e ci dirigiamo alla volta di Capo Doukato e il suo faro. La strada per raggiungerlo è spettacolare, lungo il promontorio che si snoda nel mare. A tratti il navigatore fa lo spiritoso proponendoci percorsi alternativi direttamente giù dalle scarpate, ma fortunatamente teniamo gli occhi aperti e non ci fidiamo troppo! Arrivati al faro il panorama è mozzafiato e nei giorni sereni si possono vedere all’orizzonte Cefalonia e Itaca. Noi siamo fortunati e riusciamo ad intravederle in lontananza.

Dopo tanta bellezza proseguiamo con una nuova destinazione: Nidri e le cascate di Dimosari, raggiungibili a piedi dopo un breve trekking. 

Le cascate formano delle pozze nelle quali è possibile fare il bagno, ma l’acqua è davvero congelata! Solo Savino, più audace di me osa farsi il bagno, io e Sila ci limitiamo a immergerci i piedi. Il paesaggio è meraviglioso, la foresta è fitta e l’acqua così limpida da mostrare ogni dettaglio dei fondali sabbiosi e rocciosi.

Un po’ a malincuore lasciamo quella sorta di paradiso in terra e proseguiamo con il nostro cammino. Prima di rientrare in città ci concediamo una spremuta nel baretto vicino al parcheggio e poi torniamo a Nidri. Li dopo una cena veloce e dopo aver trovato parcheggio per la notte, ci concediamo il meritato riposo dopo la giornata intensa.

imprevisti di viaggio

La mattina seguente di buon’ora ci rimettiamo in cammino lasciando l’isola di Lefkada. Ci fermiamo nei pressi di Pargas alla spiaggia di Lichnos, famosa meta estiva, ma in quel periodo pressoché deserta. Incontriamo solo una famiglia, presumibilmente del nord Europa. A loro la temperatura doveva sembrare estremamente calda, infatti i bambini sguazzano tranquilli nelle acque fredde di aprile. Spinti dalla loro audacia, osiamo fare un mezzo bagno anche noi, con Sila e Ginny che scorrazzano felici in spiaggia, ma per i nostri gusti l’acqua resta estremamente fredda.

Dopo esserci asciugati proseguiamo per Parga, l’idea era visitare la città, ma il fato ci mette lo zampino. Savino sceso dal camper per controllare se potessimo parcheggiare lì, prende una brutta storta che lo farà zoppicare per qualche giorno. La visita alla città ovviamente salta e passiamo qualche ora a riposo, con il ghiaccio sul piede.

Corfù

Non ci perdiamo d’animo e proseguiamo il nostro viaggio, nonostante l’imprevisto. Il traghetto per Corfù ci sta aspettando. Così ci imbarchiamo e arrivati a Corfù ci mettiamo alla ricerca di un posticino dove passare la notte. Troviamo Dafnila Beach, un posto meraviglioso, sicuramente molto frequentato durante la stagione estiva, ma al momento deserto se non fosse per qualche pescatore.

La notte la passiamo cullati dal rumore delle onde e la mattina proseguiamo alla volta del Kaiser Wilhelm Observatory a Pelekas. La scarpinata per raggiungere la cima è notevole, tenendo conto anche della caviglia infortunata di Savino, ma piano piano raggiungiamo la sommità. La vista da quì è pazzesca! 

Ancora carichi raggiungiamo Palaiokastritsa, un’altra delle spiaggette suggestive dell’isola. Il tempo da dedicarle purtroppo non è molto, ma ci basta per riempirci gli occhi di tanta bellezza.

Lungo la strada verso il nord dell’isola, ci imbattiamo nel Pantokrator Monastery Agios Athanasios. Una gentilissima suora ci accoglie, ci offre dolcetti e da bere e ci fa fare un giro dell’antico monastero raccontandoci la storia di quel luogo sacro. Il posto è suggestivo, gli affreschi sono davvero ben tenuti e tutto, compreso il grande giardino, è ben curato. Senza dubbio questo monastero merita una visita, ovviamente seguendo tutte le regole del rispetto di un luogo sacro.

Ripreso il cammino ci dirigiamo con Sila verso il Canal d’Amour: un vero e proprio capolavoro del mare e del vento. Alcune formazioni rocciose si srotolano nel mare, creando piccole baie raggiungibili con sentieri e scalini. La leggenda narra che le coppie che nuotano insieme in quel mare resteranno innamorate per sempre. Noi a causa del freddo e del vento non ci siamo azzardati ad entrare in acqua, ma se la leggenda è vera, ci auguriamo che anche solo la nostra buona volontà di raggiungere quel luogo, sia premiata.

Al mattino seguente ci svegliamo con la pioggia. Il nostro viaggio sta volgendo al termine e pare voglia salutarci con un tempo uggioso. 

La mattinata la passiamo visitando la città di Corfù e le sue bellezze. In tarda mattinata riprendiamo il traghetto per tornare a Igoumenitsa. 

Igoumenitsa

Anche lì piove a dirotto. Lasciamo Sila e Ginny tranquille sul camper e ne approfittiamo per visitare il museo Archeologico della città. Un leggero languorino nel primo pomeriggio si fa sentire e decidiamo di provare alcuni piatti tipici in una piccola trattoria del centro storico. Oltre al classico gyros, assaggiamo un piatto tipico della città: il kokoretsi. Delizioso per me, disgustoso per Savino… provatelo solo se avete lo stomaco forte!

Verso sera ci avviamo verso il porto perché è giunta l’ora di imbarcarsi. Finalmente abbiamo la prenotazione corretta per il Camping on Board. Ci dirigiamo verso la corsia indicata e ci prepariamo per la notte in nave dentro il nostro Roger. La notte passa un po’ movimentata, il mare è agitato e per chi soffre il mal di mare non è il massimo, ma già stare sul nostro camper e non su una scomoda poltroncina del bar rende tutto più sopportabile! La mattina seguente ci concediamo una colazione sulla nave e attracchiamo a Bari…il viaggio è finito.

Il viaggio è finito

Senza dubbio un viaggio interessante, il primo in “terra straniera” con Rogerino ed entrambe le nostre cucciole. Un viaggio che abbiamo fatto anche pensando a loro e alle loro necessità, cosa che costringe a rallentare e muoversi più lentamente. Ma è stato forse anche grazie a questo che abbiamo potuto goderci appieno e in maniera profonda la storia millenaria e l’atmosfera di questo luogo meraviglioso.

Libera in Camper in Grecia

Un po’ di considerazioni sul visitare la Grecia in camper: noi l’abbiamo visitata in bassa stagione, nonostante ci fossero le festività di Pasqua, non abbiamo incontrato molti turisti. Come in tutte le cose valgono le regole del buon senso. 

Come in Italia, anche in Grecia il campeggio libero è vietato dalla legge. Il fatto che la sosta libera sia a volte tollerata, non la rende totalmente legale. In molti luoghi, specialmente quelli turistici, i camperisti sono malvisti e spesso basta fermarsi per pochi minuti in un luogo per vedersi arrivare subito la polizia.

A noi è successo a Parga, subito dopo la storta alla caviglia di Savino, ci siamo fermati alcuni minuti vicino all’imbocco del centro per capire se fosse il caso di andare da un medico. Dopo nemmeno 5 minuti due poliziotti hanno iniziato a colpire con forza la portiera del camper intimandoci di andare via. Ho provato a spiegare che eravamo fermi per motivi medici, ma non hanno in alcun modo ascoltato, continuando a ripetere che dovevamo andare via. Non credo sia quindi possibile dialogare granchè con le autorità.

A parte questo piccolo inconveniente, non abbiamo avuto problemi di alcun tipo durante le nostre soste, ovviamente le abbiamo scelte tutte con criterio e dove fossimo certi al 100% di non arrecare fastidio o incorrere in qualche sanzione. 

Quindi tirando le somme credo che visitare la Grecia facendo solamente libera sia possibile, ovviamente senza la pretesa di parcheggiare nel centro storico di una grande città. Ma con un po’ di buon senso, un po’ di voglia di camminare e anche un po’ di fortuna, è fattibile.

Non ci resta che darvi appuntamento alla prossima avventura!

Indietro
Indietro

slovenia in camper

Avanti
Avanti

viaggiare con animali