documenti per viaggiare con animali domestici
Nel 2022 ci siamo scontrati per la prima volta con la burocrazia riguardante l’andare all’estero con gli animali domestici.
Ci siamo interfacciati con veterinari, ASL veterinarie, vari MASAF (i Ministeri dell'Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste) di vari Paesi Europei e non e altri viaggiatori come noi.
Da tutto questo ne abbiamo dedotto che c’è un tremendo caos!
Abbiamo quindi deciso di scrivere una piccola guida GENERICA che si basa sulle nostre esperienze e conoscenze. Ribadiamo che ciò che elencheremo in seguito non è nulla di ufficiale, raccomandiamo di considerarlo un punto di partenza e interfacciarsi ovviamente con i regolamenti dei vari Paesi che andrete a visitare. Le regole e le leggi cambiano spesso e bisogna sempre informarsi prima di partire.
Dopo questa premessa possiamo passare ad un elenco di ciò che serve per viaggiare con gli animali.
Microchip
Il microchip è un dispositivo elettronico che va inserito sottopelle ed è compatibile con l’organismo animale. Esso può essere letto da un apposito lettore che rileva 15 cifre. Quelle 15 cifre sono un codice che contiene tutte le informazioni relative all’animale stesso. E identifica anche in modo univoco la proprietà dell’animale.
In Italia è obbligatorio l’inserimento del microchip nei cani in tutto il territorio nazionale, mentre per i gatti dipende da regione a regione.
Con l’inserimento del microchip avviene la registrazione presso l’Anagrafe canina o felina regionale (al momento non esiste ancora un’Anagrafe Nazionale) e la ricevuta che viene rilasciata è una sorta di Carta di Identità del nostro compagno di vita.
Il primo requisito per poter andare all’estero è quindi che l’animale (cane o gatto che sia), sia microchippato.
Vaccinazioni
Sembrerà banale dirlo, ma le vaccinazioni e i controlli periodici dal veterinario sono fondamentali per il mantenimento della buona salute del nostro compagno peloso. E’ importante che le vaccinazioni siano regolari e che siano registrate sul libretto sanitario o sul passaporto.
Passaporto
Il passaporto è il primo documento cartaceo che viene richiesto per poter viaggiare fuori dai confini nazionali (anche se in Unione Europea) con il proprio animale.
Per richiederne la prima emissione bisogna per prima cosa effettuare la vaccinazione antirabbica presso il proprio veterinario. Il veterinario inserirà la vaccinazione effettuata sul libretto sanitario e sottoscriverà un certificato di avvenuta vaccinazione e di buona salute dell’animale.
Con questi documenti bisogna presentarsi presso la propria ASL veterinaria di riferimento e chiedere l’emissione del passaporto, questo documento ha un costo che varia da regione a regione. Le tempistiche, invece, cambiano da ASL ad ASL, alcuni lo emettono al momento, altri fanno attendere alcuni giorni.
Il passaporto comunque diventa valido 21 giorni dopo la vaccinazione antirabbica e ha validità di un anno.
Rinnovo del passaporto
Come detto in precedenza il passaporto ha validità di un anno. Ma come rinnovarlo? Se il richiamo della vaccinazione antirabbica viene effettuato prima della scadenza del passaporto, esso si rinnova automaticamente per un altro anno (o 3 anni, dipende dal tipo di vaccino utilizzato).
Altrimenti se la vaccinazione viene fatta scadere, scade anche il passaporto. In questo caso non è necessario tornare all’ASL veterinaria, ma semplicemente bisognerà effettuare una nuova vaccinazione antirabbica, presso un qualsiasi veterinario, essa verrà registrata e il passaporto tornerà valido dopo 21 giorni.
Titolazione anticorpale della rabbia
Se siete intenzionati ad uscire dall’Unione Europea con il vostro animale, dovete tenere conto che poi per rientrare vi chiederanno la titolazione anticorpale della rabbia, effettuata in Italia prima della partenza.
Dunque è necessario prima di partire effettuare questo esame. I tempi sono un po’ lunghi quindi è meglio muoversi d’anticipo.
E’ raccomandato effettuare l’esame per la titolazione dopo che sono passati almeno 30 giorni dalla vaccinazione antirabbica, per dar appunto tempo agli anticorpi di formarsi.
L’esame consiste nel prelievo di un campione di siero da parte di un veterinario, egli compilerà un certificato garantendo l’autenticità del campione, la data del prelievo e identificando l’animale. Tale campione di siero deve poi essere inviato, a cura del padrone, al centro analisi autorizzato per la titolazione anticorpale. In Italia c’è un solo centro ufficiale di questo tipo ed è L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie https://www.izsvenezie.it/
Il campione deve essere inviato a temperatura refrigerata (borsa frigo più ghiaccio sintetico sono sufficienti). L’istituto ha una convenzione con un corriere, noi ci siamo trovati molto bene con la spedizione convenzionata e i campioni sono stati consegnati in giornata.
Una volta che l’Istituto riceve il campione invia tramite email un bollettino da pagare, una volta pagato entro 15 giorni i risultati saranno disponibili. 15 giorni è il tempo massimo, noi abbiamo chiamato l’Istituto spiegando che avevamo un po’ di urgenza di ricevere i risultati e in 3 giorni ce li hanno fatti avere via email.
La titolazione anticorpale è valida se il risultato è “greater or equal to 0.5 UI/ml”, ovvero maggiore o uguale a 0.5 UI/ml. Se il valore è inferiore significa che non sono stati prodotti abbastanza anticorpi quindi il test è da rifare.
Una volta avuto il certificato raccomandiamo di stamparlo. E’ inoltre necessario andare da un veterinario o presso la propria ASL, mostrare il risultato e richiedere anche il timbro sul passaporto che garantisce che il certificato sia stato visionato da un veterinario.
La titolazione anticorpale ha una durata di validità come il passaporto, ovvero: se il passaporto non viene lasciato scadere, non scade nemmeno la titolazione. Se invece il passaporto viene lasciato scadere è necessario ripetere la titolazione.
Trattamento per l'Echinococco
L'Echinococcosi è una tenia allo stato larvale. Provoca un’infezione parassitaria trasmissibile anche all’uomo. Il trattamento contro l’Echinococco consiste nella somministrazione di una pillola, che verrà dosata dal veterinario, in base al peso dell'animale.
Alcuni Paesi che hanno debellato, o quasi, questo parassita, richiedono il trattamento dalle 24 ore alle 120 ore prima dell’entrata del Paese. Rispettare queste indicazioni può essere complicato in viaggio, soprattutto se si tratta di un viaggio itinerante o se si varcano molti confini in poco tempo.
Noi per il viaggio a Capo Nord, abbiamo adottato il trattamento a 21 giorni. Ovvero ogni 21 giorni ci rechiamo presso un veterinario che possa somministrare e certificare il trattamento sul passaporto. Con questo trattamento continuativo non vale più la regola delle 24 e 120 ore.
Certificato di buona salute
Prima di ogni partenza è buona norma far controllare lo stato di salute ai nostri animali. Augurandoci che l’esito di tale visita sia sempre positivo è bene farsi apporre sul passaporto, data della visita e timbro che attesti la buona salute.
Certificato internazionale di origine e sanità per l'espatrio
E’ un certificato che deve essere richiesto all’ASL veterinaria di appartenenza. Questo certificato redatto in italiano e in inglese, contiene le informazioni di provenienza dell’animale, validità del passaporto e di stato di salute attuale.
Paesi che richiedono il Visto
Per i Paesi che richiedono il Visto anche per noi umani, raccomandiamo sempre di mandare email all’ambasciata, sia quella italiana presente nel Paese che vogliamo visitare, sia all’ambasciata di quel Paese presente in Italia, e chiedere se ci sono richieste particolari da fare. Secondo la nostra esperienza, noi abbiamo avuto indicazioni di menzionare nella richiesta di visto la presenza dei nostri animali al seguito. Ma ogni Paese può avere differenti requisiti.
Conclusioni
Sperando di aver chiarito un po’ le idee e non aver creato ancora più confusione, ricordiamo che tutto quanto scritto sopra è frutto della nostra esperienza. Non possiamo garantire in alcun modo che seguire questi suggerimenti vi assicurano di poter viaggiare in lungo e in largo per il mondo con i vostri animali. Informatevi presso i Ministeri di competenza, le ambasciate e presso i vostri veterinari.
Ricordiamo inoltre che se un animale viene trovato con i documenti non in regola in un Paese estero, rischia nel migliore dei casi la quarantena. Esperienza sicuramente non piacevole, nè per noi, nè per il nostro compagno di vita peloso.
Ci sono inoltre alcuni Paesi che non consentono in alcun modo l’ingresso di un animale straniero nel proprio territorio, come ad esempio l’India.
Sappiamo che a leggere questo, sembra tutto estremamente complicato e possa quasi passare la voglia di viaggiare con il proprio animale, ma tranquilli, è più complicato a dirsi che a farsi!
Sicuramente non è facilissimo e richiede un po’ di tempo ed energie, ma non è nulla di impossibile!
Di certo la fatica fatta è ampiamente ripagata dal poter condividere l’esperienza di un viaggio con il proprio amico a quattro zampe.
Non ci resta che augurarvi di continuare a viaggiare con i vostri amici pelosi.
Alla prossima avventura!