Armenia in Camper
un tesoro da scoprire
Dopo aver lasciato l’Iran in modo non proprio sereno, ecco che arriviamo in Armenia. Se non sapete cosa sia successo in Iran, vi invitiamo a leggere qui. Ma ora, poco importa come e perché siamo arrivati; l’importante è che ci troviamo qui, pronti a scoprire una terra unica, ricca di storia e paesaggi mozzafiato.
Il confine non è stato facile da superare: ci sono volute circa cinque ore per uscire dall’Iran e entrare in Armenia. Esausti, ci fermiamo nella prima città che troviamo, insieme ai nostri amici e ormai compagni di avventura: Angelique, Guilleme e il loro gatto Maku.
Meghri: il Primo Impatto
Arrivare a Meghri è stato come atterrare su un altro pianeta. Dopo i Paesi attraversati prima, qui tutto ci appare diverso: le persone hanno un aspetto totalmente differente e anche l'atmosfera sembra appartenere a un altro mondo. Certo, il nostro umore non era dei migliori, un po’ per la stanchezza e un po’ per il distacco dall'Iran, che ci aveva lasciato con emozioni contrastanti. Ma la sera stessa, il destino ci regala un incontro inaspettato: una famiglia iraniana, di ritorno verso casa dopo un viaggio, ci invita a unirci a loro. Tra chiacchiere, risate e qualche bicchierino di cognac, trascorriamo una serata nostalgica e allegra. Questo incontro ci ha fatto capire che, nonostante tutto, l'Iran avrebbe sempre un posto speciale nei nostri cuori. E chissà, magari ci torneremo prima di quanto pensiamo!
Il giorno successivo è stato meno emozionante, ma altrettanto importante: ci dedichiamo alle classiche faccende burocratiche. Prima tappa: assicurazione per il camper. Poi, è il turno della SIM armena, indispensabile per sopravvivere in queste terre.
Nel frattempo, ci prendiamo il tempo di esplorare la cittadina di Meghri, un piccolo gioiello incastonato tra montagne maestose. Le sue stradine strette sembrano raccontare storie di un tempo antico, con le case in pietra adornate da viti rampicanti che ci danno l’impressione che qui il tempo si sia davvero fermato.
Ma se il fascino di Meghri ci ha conquistati, non possiamo dire lo stesso delle strade armene: ripidissime salite e voragini così grandi da sembrare prove di sopravvivenza per il nostro povero Roger!
Kapan: Storia di Sangue e Confini
Il nostro viaggio prosegue verso Kapan, una città che porta con sé un passato turbolento. Situata in una valle stretta e circondata da montagne imponenti, Kapan è stata un importante centro strategico durante la guerra del Nagorno-Karabakh negli anni '90. Gli scontri con l’Azerbaigian l’hanno segnata profondamente, trasformandola in un vero e proprio campo di battaglia. All’epoca, Kapan era una base fondamentale per le truppe armene, e le sue strade hanno visto alcuni dei momenti più drammatici di quel conflitto sanguinoso.
Oggi, la città si sta riprendendo. Passeggiando per le sue vie, è facile percepire il desiderio di ricostruzione e rinascita, ma il ricordo di quei tragici eventi è ancora tangibile, sia nei racconti degli abitanti che nei monumenti eretti in onore di chi ha combattuto e perso la vita. Il memoriale dedicato ai caduti è un punto centrale della città, dove molte famiglie si recano ancora oggi per rendere omaggio ai propri cari. Nonostante la pesante eredità storica, Kapan ha un’energia sorprendente, e si respira la voglia di guardare avanti, pur senza dimenticare il passato.
Il punto più a est
Kapan segna il punto più ad est raggiungibile, e ci andiamo con un mix di emozioni. Da un lato, c’è l’eccitazione per aver raggiunto il confine orientale del nostro viaggio, un traguardo che segna la nostra esplorazione più profonda di questa terra affascinante. Ma dall'altro lato, c'è anche un pizzico di amarezza: non doveva essere quello il punto più ad est, e da qui sappiamo che il nostro cammino ci porterà a tornare verso ovest.
La sensazione di aver raggiunto un confine, non solo geografico ma anche emotivo, ci lascia con un po’ di malinconia. È come se, voltandoci indietro, ci rendessimo conto di quanto lontano siamo arrivati, ma allo stesso tempo iniziamo a sentire che stiamo ritornando.
Questo punto a est rappresenta una sorta di simbolo: abbiamo viaggiato in avanti, spinti dalla curiosità e dalla voglia di scoprire, ma ora ci tocca girare il camper e affrontare il viaggio di ritorno, con lo stesso spirito, ma anche con una consapevolezza nuova.
Tatev: tra spiritualità e leggende
Arriviamo a Tatev, famoso per il suo monastero, un luogo impregnato di storia e spiritualità. Costruito nel IX secolo, il monastero è stato un importante centro culturale e religioso per l’Armenia. Una delle leggende più affascinanti racconta che il costruttore cadde mentre stava posando la croce in cima al campanile, cadendo urlò “Tatev”, che in armeno significa "dammi le ali", Dio lo ascoltò, gli diede le ali e si salvò.
Poco distante, visitiamo il Ponte del Diavolo, una meraviglia naturale: un ponte di pietra che si innalza sopra una gola profonda, scavata da un fiume tumultuoso. Il trekking per raggiungerlo è impegnativo, ma ci limitiamo a un tratto breve, sufficiente per ammirare la sua imponenza.
L'Ultima Serata con Angelique e Guilleme
Per l'ultima serata insieme ad Angelique, Guilleme e il loro gatto Maku, decidiamo di organizzare una piccola festa in pieno stile “camperista”. Il menu? Qualcosa di semplice ma speciale: Angelique si mette all’opera per preparare una pizza, mentre noi ci dedichiamo alla nostra torta di mele, un dolce che sa di casa e di comfort. Mentre il forno all’interno del loro camper diffonde profumi deliziosi, accendiamo un fuoco all’aperto, che diventa subito il fulcro della serata.
Ci sediamo tutti intorno al fuoco, con Sila che sonnecchia vicino al calore e Ginny che studia Maku e la situazione dal camper, mentre il crepitio delle fiamme ci tiene compagnia. Birra alla mano, iniziamo a condividere storie di viaggio. Le risate non mancano: tra imprevisti on the road, aneddoti surreali e piccole disavventure quotidiane, la malinconia che ci aveva accompagnato dopo aver lasciato l’Iran comincia finalmente a dissolversi. Parliamo di tutti i momenti intensi vissuti insieme in quei giorni, ma anche delle incognite che ci attendono nel proseguimento del viaggio. C’è una certa magia nell’essere in luoghi remoti come questi, dove basta un fuoco e una buona compagnia per sentirsi a casa.
La pizza, nonostante da italiani fossimo un po’ scettici, è un successo. La torta di mele, diventa il dolce finale perfetto, gustata tra una chiacchiera e l’altra sotto il cielo stellato armeno, finendo il cognac regalatoci la sera prima dalla famiglia iraniana.
Man mano che la notte avanza, il fuoco si spegne lentamente, e con esso anche la tristezza per aver dovuto lasciare l’Iran in maniera così improvvisa sembra finalmente svanire. In quel momento ci rendiamo conto che, nonostante i continui addii e le strade sconosciute che ci attendono, è proprio questo il bello del viaggio: la connessione con le persone, gli incontri casuali che diventano serate memorabili e la condivisione di momenti semplici ma intensi, che rendono ogni tappa unica.
Le meravigliose cascate di Shaki
Il mattino dopo, dopo un saluto ai nostri amici di viaggio, ci dirigiamo verso Sisian, nota per le sue splendide cascate. Facciamo un breve trekking che ci porta a uno spettacolo naturale di rara bellezza: le cascate di Shaki, con un salto di circa 18 metri, l'acqua si tuffa giù dalle rocce vulcaniche in un fragoroso spettacolo, circondata da una rigogliosa vegetazione che conferisce all'intero paesaggio un aspetto incantato. Decidiamo di trascorrere la notte qui, cullati dal suono dell’acqua.
Vayots Dzor: Terra di Vini
Il giorno seguente, lasciamo alle spalle le cascate di Shaki e ci inoltriamo nelle strade dissestate che ci conducono verso la regione del Vayots Dzor, una delle zone vinicole più antiche e rinomate dell’Armenia. Nonostante le condizioni delle strade – con buche che mettono a dura prova il nostro camper e ripide salite che sembrano non finire mai – l’entusiasmo cresce man mano che ci avviciniamo a questo angolo di terra conosciuto per i suoi vini di altissima qualità.
La regione del Vayots Dzor è famosa per la produzione di vino sin dai tempi antichi, con vitigni autoctoni che sopravvivono in queste terre da migliaia di anni. La storia del vino qui è profonda, con tracce che risalgono a oltre 6.000 anni fa, come testimoniano le antiche cantine scoperte nella vicina grotta di Areni.
Decidiamo di approfittare di questa tradizione millenaria fermandoci in una piccola cantina a conduzione familiare nei pressi di Areni. Appena arrivati, siamo accolti calorosamente dai proprietari, una famiglia che ci racconta subito con orgoglio della loro produzione vinicola. La cantina è rustica, immersa tra colline punteggiate di vigneti.
Iniziamo la degustazione con un bicchiere di Areni, il vitigno simbolo della regione. Tra un assaggio e l’altro, ci intratteniamo con la famiglia, che ci parla del duro lavoro che c’è dietro ogni vendemmia, ma anche della grande soddisfazione e orgoglio nel vedere i frutti della loro fatica trasformarsi in vino.
Oltre a farci degustare i loro vini, i padroni di casa ci offrono un posto per passare la notte: un piccolo angolo tra i vigneti e tutti i servizi di cui abbiamo bisogno. La serata trascorre in totale tranquillità, avvolti dal silenzio della campagna e dal cielo stellato che sovrasta i vigneti. Dopo giorni di viaggio impegnativo, questo luogo sembra un’oasi di pace.
Ci sediamo fuori dal camper con Sila e Ginny che curiosano in giro, rilassandoci e riflettendo di quanto questa Armenia ci stia stupendo.
Verso Yerevan
Lasciata Vayots Dzor, ci dirigiamo verso Ararat, una città che porta il nome del leggendario Monte Ararat e che è ben visibile sullo sfondo della città, oggi però in territorio turco. Per gli armeni, la parte orientale della Turchia è considerata "rubata", e questo monte rappresenta un pezzo di storia e identità che ancora sentono loro. Qui riflettiamo sulla complessità della storia armena e sulle ferite aperte che ancora persistono.
Raggiungiamo Yerevan, la capitale dell’Armenia, una città vivace e multiculturale. Troviamo parcheggio all’interno a un ostello in centro ad un prezzo davvero irrisorio, questo ci consente di vivere appieno la vita notturna. Incontriamo la comunità di Couchsurfing e passiamo una serata indimenticabile, che culmina addirittura in una discoteca.
Il giorno dopo, ci dedichiamo a esplorare la città. Visitiamo le sue chiese antiche, che raccontano storie di secoli fa, e ci fermiamo alla Cattedrale, imponente e suggestiva. Visitiamo il monumento delle Cascade con le statue di Botero e la Piazza della Repubblica ci accoglie con la sua architettura monumentale, mentre il Monumento al Genocidio Armeno ci ricorda la forza e la resilienza del popolo armeno. È un luogo carico di emozioni, dove la storia si fa sentire come un vecchio amico che non ha mai smesso di combattere.
Non possiamo non notare la statua di Madre Armenia, che sembra guardarci con orgoglio e determinazione. In questo momento, ci rendiamo conto di quanto il popolo armeno abbia affrontato tentativi di soggiogamento, ma con la loro indomita forza e orgoglio hanno sempre mantenuto vive le tradizioni e la loro cultura.
Garni e la Simphony of Stones
Dopo la vivacità di Yerevan, ci dirigiamo verso Garni, un paesino incantevole che sembra uscito da una cartolina. Qui ci aspetta la straordinaria Simphony of Stones, un fenomeno naturale che è davvero un colpo d’occhio. Questo affascinante sito è composto da colonne di basalto che si ergono in modo perfetto, formando un’armonia di forme e colori che sembra quasi un'opera d'arte scolpita dalla natura stessa.
Quando arriviamo, ci troviamo davanti a questo spettacolo di bellezza e potenza geologica: le colonne, che si alzano come giganteschi organi, creano un’atmosfera quasi magica. Ci sediamo a contemplare il panorama, mentre il sole si riflette sulle superfici lisce delle rocce, creando giochi di luce che danzano davanti ai nostri occhi. È un momento che ci fa sentire piccoli e, allo stesso tempo, parte di qualcosa di immensamente grande.
Lago di Sevan e Dilijan
Proseguiamo verso il Lago di Sevan, uno dei laghi alpini più grandi del mondo e una vera gemma dell’Armenia, con le sue acque turchesi che brillano sotto il sole. Qui visitiamo il monastero di Sevanavank, che si erge su una penisola affacciata sulle sponde del lago. Questa meraviglia architettonica, fondata nel IX secolo, non è solo un importante sito religioso, ma anche un luogo di grande significato culturale e storico per il popolo armeno.
Mentre esploriamo le sue antiche mura, ci perdiamo nei racconti che risuonano tra le pietre, storie di monaci che cercavano rifugio e spiritualità in questo angolo di paradiso. Il panorama che ci circonda è semplicemente spettacolare: le montagne verdi che incorniciano il lago creano un’atmosfera di tranquillità.
Trascorriamo la notte sulle sue rive, circondati dalla natura. È un’esperienza magica: sotto un cielo stellato, il riflesso della luna piena del lago crea un’atmosfera fatata.
Il nostro viaggio continua verso Dilijan, conosciuta come la "Svizzera armena" per i suoi paesaggi montuosi e boscosi. Dopo un giro della città, che scopriamo essere molto cara e turistica, ci concediamo una notte in un'area picnic sopra la città, dove organizziamo un barbecue immersi nel verde, con Sila e Ginny che se la spassano rincorrendo lucertole e farfalline.
Terra di monasteri
Appena entrati in Armenia ci siamo subito resi conto che i monasteri non sono solo luoghi di culto, ma dei veri e propri simboli della loro identità culturale e storica.
Nel nostro viaggio continuamo esplorando il monastero di Haghartsin, incastonato tra le montagne come un angolo di paradiso. Questo luogo emana una pace assoluta, e mentre camminiamo lungo i sentieri che conducono alle sue antiche mura, ci sentiamo avvolti da un senso di serenità. Le chiese, adornate da intricati dettagli architettonici, raccontano storie di monaci che, secoli fa, trovavano rifugio in questa oasi di tranquillità.
Dopo aver assaporato la bellezza di Haghartsin, ci dirigiamo verso la città di Alaverdi, a visitare il Monastero di Sanahin, è un luogo che lascia un segno profondo, uno dei più belli e spirituali che si possano visitare. Situato in una valle incantevole, circondato da montagne imponenti, questo monastero ha un'atmosfera unica, capace di trasmettere un senso di pace e introspezione. Dalle antiche pietre tombali, alle intricate incisioni, tutto trasuda secoli di storia e spiritualità. È un luogo che invita alla riflessione, in cui il tempo sembra rallentare.
Proseguiamo poi con un piccolo trekking con anche la nostra Silotta, verso il Monastero di Haghpat, esempo straordinario dell'architettura medievale armena. Patrimonio dell'Umanità UNESCO, è testimonianza della ricca storia culturale dell'Armenia e del suo spirito resiliente. Camminando tra le pietre antiche, ci immergiamo nella spiritualità di questi luoghi, ammirando la loro maestosità e l’armonia con il paesaggio circostante.
Infine, vediamo il Monastero di Akhtala, famoso per i suoi affreschi ben conservati, che raccontano storie sacre e profane con colori vividi e dettagli straordinari. Questo itinerario ci regala non solo panorami mozzafiato, ma anche un profondo senso di connessione con la storia e la cultura armena.
conclusioni
Il nostro viaggio in Armenia ci ha sorpreso in molti modi. Era un paese che non avevamo programmato di visitare, ma ci siamo immersi in questa avventura con entusiasmo.
Se state pensando a un viaggio on the road in Armenia, preparatevi: le strade sono un vero campo di battaglia! C'è solo una “autostrada” che attraversa il Paese, mentre tutte le altre sono semplici stradine, spesso non asfaltate e piene di buche.
Tuttavia, l’Armenia si è rivelata un paese molto “camper-friendly”: la sosta libera è consentita ovunque, tranne che nella grande città di Yerevan. Per entrare con un veicolo, è necessario pagare una tassa di importazione alla frontiera; noi abbiamo speso circa 23€. Questo documento consente al veicolo di rimanere nel paese per un anno, quindi conservalo con cura, poiché dovrà essere presentato all’uscita. Ricorda che l’assicurazione italiana non è valida in Armenia, ma puoi facilmente stipularne una al confine per pochi euro, noi abbiamo speso circa 10€ per 15gg.
Anche le Sim Card sono abbastanza economiche, noi l’abbiamo fatta con Ucom per circa 8,5€. Se viaggiate con animali, le regole sono simili a quelle di altri paesi extraeuropei, puoi vedere i documenti necessari qui.
L’Armenia è la terra di montagne maestose, vini pregiati, antichi monasteri e natura incontaminata. Qui i contrasti sono forti: inizialmente, la popolazione può apparire un po’ riservata e poco incline all’accoglienza. Tuttavia, gli armeni sono profondamente rispettosi della privacy altrui e possiedono un forte senso di comunità e famiglia, che può farli sembrare distanti all'inizio.
Non possiamo dimenticare la storia di sofferenza che ha segnato il popolo armeno: dal Genocidio Armeno alla guerra del Nagorno-Karabakh con l'Azerbaigian, fino alla repressione subita durante la sovietizzazione. Eppure, nonostante queste difficoltà, la bellezza di questo paese e la gentilezza discreta della sua gente ci hanno conquistato, lasciandoci ricordi indelebili e una nuova prospettiva sulla resilienza umana.